lunedì 20 aprile 2020

ECONOMIA NEI DIALOGHI DI PLATONE - STEP#08

Nei testi dei filosofi della Grecia antica, in particolare quelli di Platone e Aristotele, non mancano riflessioni sull'economia, un termine che anticamente indicava le regole pratiche di saggia amministrazione della proprietà domestica o, in senso esterno, della terra dove si è nati e si vive (la patria, per i graci la polis o città-stato). Ma le loro riflessioni sull'economia furono sempre poche e pressochè sempre relativamente poco sistematiche. Una delle principali ragioni di ciò è dovuta al fatto che per gli antichi Greci le questioni riguardanti "l'economia" furono secondarie rispetto ad altre tematiche ritenute molto più importanti per la società e l'umanità come "la giustizia", "la virtù", "il bene", "la bellezza". I problemi e le questioni "economiche" furono relegati ad una ristretta cerchia di considerazioni su come le organizzazioni e le istituzioni economiche sarebbero potute essere modificate o stutturate al servizio di questi fini o obiettivi più "nobili".

Nei dialoghi politici di Platone (428-347 a.C.), la Repubblica e le Leggi, il cui tema è la descrizione di una polis "ideale", dotata di una costituzione conforme, equità e giustizia, traspare la diffidenza per la smania di guadagno e la tendenza all'accumulazione di denaro che capovolgono la naturale gerarchia dei valori, ponendo al primo posto quel desiderio di ricchezze materiali che, invece, dovrebbe correttamente occupare la terza posizione, dopo la cura dell'anima e quella del corpo.

Per Platone esiste pertanto una gerarchia di valori: "Anima", "Corpo", e "Ricchezza". Una classe di guardiani con il diritto di essere proprietari sarebbe dunque tentata di perseguire il meno nobile anzichè il più alto dei fini umani , cioè il raggiungimento della ricchezza materiale piuttosto che lottare per la verità e per la virtù.
Nella repubblica ideale di Platone i guardiani rinuncierebbero alla proprietà materiale. L'ambiente sociale, le istituzioni politiche ed economiche, all'interno delle quali gli uomini vivono e lavorano, determinano le loro caratteristiche comportamentali Cambiando le istituzioni sociali ed economiche, in questo caso da proprietà privata e proprietà comune e condivisa, si possono cambiare le persone da essere umani interesati a se stessi in essere umani interessati agli altri.
Nello Stato ideale  di Platone vi sono governanti e governati. L'economia domestica deve essere rigidamente controllata e determinata dai governati. Riportando le parole di Platone:
"I legislatori devono consultarsi con gli esperti in ogni settore delle vendite al dettaglio ed in queste riunioni devono considerare quale standard di profitti e spese produce un moderato guadagno per il commerciante, e poi questi livelli di riferimento di profitti e spese ai quali si è giunti devono essere disciplinati per iscitto; e devono insistere su questo gli amministratori di mercato, gli amministartori delle città, gli amministartori delle campagne, ciascuno nel proprio ambito di competenza".
Platone è stato definito il padre intellettuale del collettivismo politico ed economico, nonchè dello stato totalitario. Il Platone si può trovare il progetto iniziale di una completa e assoluta economia comandata e pianificata. Salari e prezzi sono definiti dallo Stato; i guardiani determinano l'allocazione della popolazione nel sistema della divisione del lavoro, assegnando a ogni persona una particolare occupazione o compito a vita; tutti gli scambi e il commercio domestico e internazionale sono controllati e regolati dallo Stato, come determinati da quelle che sono le giuste necessità di una città-stato.

Link: 
https://www.ilprimatonazionale.it/cultura/platone-aristotele-pound-filosofia-contro-usura-146106/

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IMMAGINE SIBOLO DELLA PAROLA ECONOMIA - STEP#03

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